«Tenera, malinconica, autodistruttiva, disattenta. Da quando sono piccola mi sembra di avere un’angoscia allegra o un’allegria angosciata». Valeria Bruni Tedeschi, attrice e regista, ospite della quarta puntata di Belve, in onda martedì 10 dicembre su Rai2, si racconta senza filtri, fra momenti di introspezione e rivelazioni potenti.
Che riguardano anche temi intimi e spinosi, come il rapporto con le droghe. «Ho provato un po’ tutto. Ho fumato, ho provato la cocaina, l'eroina, ho provato l'Mdma. Da giovane, ho provato però non ho continuato», racconta. A quel punto, Francesca Fagnani la incalza: «Con l'eroina ha rischiato». La risposta è una specie di ammissione: «Ho trovato che fosse incredibile, meraviglioso. E ho deciso di non provare mai più. Avevo un mio fidanzato che era eroinomane e che è morto di eroina e una volta l'ho provata. E ho capito».
La conduttrice richiama un’intervista precedente a Belve, in cui Carla Bruni, sorella di Valeria, aveva manifestato un certo disagio per i film ispirati alla storia della loro famiglia. «Basta, non è sempre facile vedersi utilizzati. Il personaggio interpretato da Golino rappresentava me e mi ha turbato perché potrei essere io», aveva detto Carla. «Si è spinta troppo in là nella rappresentazione altrui, in questo caso di Carla?», domanda Fagnani. E Valeria Bruni Tedeschi: «Ho ferito delle persone facendo i miei film, e questa è una cosa che mi dispiace realmente, profondamente. Mio fratello non c'è più, però è una cosa di cui mi sento non in colpa, ma mi dispiace. Ma so che per fare il mio lavoro ho bisogno della realtà e poi ho bisogno di poter farne quello che voglio, sennò non posso farlo, il mio lavoro».
Ma c’è un’altra domanda che colpisce nel segno: «Quando ha messo in scena o scriveva lei ha pensato che poteva far dispiacere?». «Delle volte sì, e l'ho fatto lo stesso», risponde. «Ho immaginato che loro si sarebbero potuti riconoscere e, nonostante questo, per il bisogno di una scena ho superato il dispiacere degli altri. Questo fa parte del nostro lavoro».
L’attrice ripercorre la scoperta che lei e Carla avevano padri diversi, una verità ignorata per anni. «Non lo sapevamo, era tutto molto nascosto. Non è che si vedevano gli amanti arrivare. Sembrava che tutto fosse normale. L'abbiamo saputo dopo e per me è stato uno shock. L’ho saputo il giorno dei miei 30 anni. Mio padre mi ha detto che aveva un dubbio. Io mangiavo un mandarino. Gli ho detto: “A me non mi importa”. L’ho saputo prima di mia sorella».
Per affrontare l’ansia, Valeria Bruni Tedeschi, oltre a seguire qualche rituale liberatorio («Fatico a decidere quale piede mettere prima, di solito il destro, ma se c'è un'urgenza o un cataclisma sono libera», dice ridendo) oscilla tra le riflessioni del maestro zen Thich Nhat Hanh e il conforto di un ansiolitico. «E alla fine?», chiede la conduttrice. «Prendo tutti e due! Leggo qualche pagina dei suoi libri con un piccolo ansiolitico. È l’ideale».