Puff Daddy, lo scandalo si allarga: altre 120 vittime, tra cui 25 minori, lo accusano di violenza sessuale

Il rapper, arrestato il 17 settembre con l'accusa di «tratta di essere umani a scopo sessuale», si dichiara innocente. Ma le denunce si moltiplicano, e tra le presunte vittime c'è persino un bambino di nove anni
Puff Daddy lo scandalo si allarga altre 120 vittime tra cui 25 minori lo accusano di violenza sessuale
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Lo scandalo Puff Daddy si sta allargando in maniera impressionante. Il rapper, arrestato a Manhattan lo scorso 17 settembre con l'accusa di «tratta di essere umani a scopo sessuale», è in carcere in attesa del processo. Ma ora un nuovo ciclone si è abbattuto su di lui: l’avvocato texano Tony Buzbee ha annunciato che rappresenterà ben 120 vittime, 60 uomini e 60 donne, di suoi presunti stupri e aggressioni sessuali. In quella che si annuncia come una delle più grandi cause collettive nell’era del #Metoo. Non solo: venticinque delle presunte vittime, all'epoca dei fatti, a detta di Buzbee erano minorenni. Tra loro un uomo che afferma di essere stato violentato in uno studio di registrazione di New York quando aveva appena 9 anni. Puff Daddy gli avrebbe prospettato un futuro radioso nel mondo della musica salvo poi, una volta soli, costringerlo a un rapporto orale. Quindi, in cambio del suo silenzio, gli avrebbe offerto dei soldi.

Buzbee, in conferenza stampa, ha dichiarato: «Il più grande segreto dell'industria dell'intrattenimento è stato finalmente rivelato al mondo. Il muro del silenzio ormai è stato rotto». L'avvocato ha aggiunto che tutti i suoi clienti sono stati aggrediti sessualmente al termine dei famosi «White Party», le feste organizzate dal rapper nella sua casa a East Hamptons tra il 1998 e il 2009 (a cui hanno partecipato celebrità come Paris Hilton, Ashton Kutcher, Leonardo Di Caprio, Justin Bieber, Khloe Kardashian e Jennifer Lopez). Tutte le vittime, continua l'avvocato, hanno subito lo stesso «trattamento»: prima gli è stata somministrata una bevanda corretta con droghe di vario tipo, quindi sono state violentate. E il gigantesco scandalo sembra destinato a crescere ancora: lo studio dell'avvocato texano starebbe valutando almeno altre 100 denunce.

Erica Wolff, legale di Sean Combs (questo il vero nome di Puff Daddy, che vanta tre Grammy), ha replicato al ciclone che s'è abbattuto sul suo cliente dicendo che l'artista «non può affrontare ogni accusa infondata in quello che è diventato un circo mediatico sconsiderato». Aggiungendo: «Combs nega con enfasi e categoricamente come falsa e diffamatoria qualsiasi affermazione secondo cui abbia abusato sessualmente di chiunque, compresi i minorenni. Non vede l'ora di provare la sua innocenza e di scagionarsi in tribunale se e quando verranno presentate e notificate le denunce, dove la verità verrà stabilita sulla base delle prove, non delle speculazioni».

In attesa del tribunale, lo scandalo sta assumendo proporzioni gigantesche. Tutto iniziò a novembre dello scorso anno, quando l’ex fidanzata di Sean, Cassie Ventura, lo accusò di averla costretta, dal 2005 al 2018, a fare sesso sotto effetto di droghe con uomini a pagamento, mentre lui girava dei video. Il magnate dell'hop hop si era detto innocente, ma la Cnn aveva mostrato un video in cui prendeva a calci Cassie Ventura in un hotel. Si trattava di un vecchio filmato di sorveglianza, datato 2016, in cui si vedeva Sean Combs mezzo nudo inseguire la donna nei corridoi, picchiarla e trascinarla. Cassie Ventura aveva spiegato che si trovava in albergo perché era stata costretta a fare sesso con altri uomini mentre lui guardava. Dopo le botte, aveva dovuto aspettare che Puff Daddy s’addormentasse per poter fuggire.

Dopo la diffusione del video, il rapper era stato costretto ad ammettere di non avere giustificazioni per quell’«atto disgustoso». Ma da lì è partito l’effetto domino. Con denunce anche «illustri»: come quella del produttore Rodney “Lil Rod” Jones, che ha citato in giudizio il rapper per violenza sessuale durante la lavorazione di un disco. Puff Daddy, dal centro di detenzione Metropolitan di Brooklyn, continua a proclamarsi innocente. Ma la sua situazione si aggrava di ora in ora. E chi gli era amico non se la sta passando benissimo. Esemplare il caso di Beyoncé, che negli ultimi giorni, come racconta El Mundo, proprio per la vicinanza al presunto «mostro sessuale» ha perso sui social oltre un milione di followers.