Disturbi del comportamento alimentare: l'influenza dei social, la difficoltà nel trovare il giusto professionista, la solitudine di chi ne soffre. Che cosa si può fare?

Il 15 marzo la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla (ri)accende i riflettori sui disturbi del comportamento alimentare. E una nuova indagine ci ricorda quanto ancora pesino gli ostacoli all'accesso alle cure, così come gli stigma sociali
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L’81% di chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare ritiene che i social abbiano avuto un ruolo cruciale nel plasmare il proprio rapporto con il cibo e il corpo. Un dato che fotografa l’impatto pervasivo delle piattaforme digitali sulla salute mentale e che emerge dall’indagine condotta da Lilac-Centro DCA in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, in calendario il 15 marzo. Ma il problema non si esaurisce qui: tra pregiudizi, minimizzazione dei sintomi e difficoltà nel reperire specialisti, l’accesso alle cure per chi soffre di DCA resta ancora un percorso a ostacoli. Scopriamo insieme di più.

Social e disturbi del comportamento alimentare: un legame pericoloso

Con oltre 42 milioni di italiani attivi sui social e un tempo medio di due ore al giorno trascorso sulle piattaforme, il legame tra mondo digitale e disturbi alimentari è sempre più evidente. L’indagine condotta da Lilac-Centro DCA su un campione di 600 persone con un’età media di 30 anni conferma che l’81% degli intervistati attribuisce ai social un’influenza significativa sulla propria percezione corporea e alimentare. Tra i contenuti ritenuti più dannosi spiccano le trasformazioni fisiche “Before & After” (34%), che esaltano il cambiamento estetico come unica metrica di successo e felicità, i post che normalizzano restrizioni estreme (24%) e i video “What I eat in a day” (17%), che impongono standard alimentari spesso irrealistici e disfunzionali. «Ridurre i disturbi alimentari a un effetto collaterale dei social sarebbe riduttivo», commenta Giuseppe Magistrale, co-founder e CEO di Lilac-Centro DCA. «Tuttavia, è innegabile che certi contenuti possano aggravare la vulnerabilità di chi è predisposto e ostacolare il recupero».

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, celebrata il 15 marzo, intende promuovere la sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare

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Difficoltà di cura: pregiudizi e accesso limitato agli specialisti per chi soffre di DCA

Se l’influenza dei social è forte, altrettanto rilevanti sono gli ostacoli che impediscono a chi soffre di ricevere cure adeguate. Secondo la ricerca, infatti, il 63% degli intervistati dichiara che le persone intorno a loro non comprendono il proprio disturbo, mentre il 40% si è sentito rivolgere frasi quali “è solo una questione di volontà”. Pregiudizi duri a morire, che si affiancano a un sistema sanitario ancora carente: l’80% ha avuto difficoltà nel trovare un professionista specializzato e, una volta individuato, il 67% ha visto il proprio problema minimizzato con affermazioni come “il tuo peso è nella norma, quindi non hai un problema”. «Questo dato è emblematico dell’importanza di una formazione specifica per gli operatori sanitari», commenta Filippo Perotto, co-founder di Lilac-Centro DCA. «Molte persone ritardano la ricerca di aiuto per paura di non essere “abbastanza malate”, aggravando la propria condizione». Tra i maggiori ostacoli all’accesso alle cure emergono anche il costo elevato delle terapie (19%) e il timore di non essere presi sul serio (26%). Alla luce di questi dati, la Giornata del Fiocchetto Lilla si conferma un’occasione fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere concretamente la prevenzione e richiedere interventi mirati: dalla formazione dei professionisti alla regolamentazione dei contenuti digitali, con l'obiettivo di proteggere chi è più vulnerabile da messaggi potenzialmente nocivi.